Un amico fuori programma

“Ron, un amico fuori programma”, Disney 2021 un cartone che parla di amicizia come antidoto alle differenze. Quando Barney Pudowski, un ragazzo di 11 anni, riceve in regalo dal padre il suo B*bot, è elettrizzato, ma il suo entusiasmo si spegne nel momento in cui lo accende; scopre, infatti, che il suo robot Ron non funziona come dovrebbe poiché non è connesso alla rete Bubble. Per questo niente social e nessuna nuova relazione virtuale per Barney, timido e solitario per carattere. Anche se i malfunzionamenti di Ron inizialmente scoraggiano Barney e lo mettono in imbarazzo, questo amico “fuori programma“ permetterà al protagonista di scoprire la vera amicizia in tutte le sue meravigliose e disordinate sfaccettature.

La visione di questo cartone ci offre la possibilità di parlare di Bullismo e Cyber Bullismo ma partendo dalla fine ovvero quale è lo strumento migliore per combatterli..

Bullismo

Il termine bullismo deriva dalla traduzione letterale del termine “bullying”, parola inglese comunemente usata per caratterizzare il fenomeno delle prepotenze tra i pari in un contesto di gruppo.
Il bullismo è un comportamento aggressivo   condotto da un individuo o da un gruppo ripetutamente e nel tempo contro una vittima che non riesce a difendersi.

Le caratteristiche sono: l’intenzionalità di creare una sofferenza, la ripetizione nel tempo del comportamento offensivo, lo squilibrio di potere in quanto la vittima non è in grado di difendersi.

Può assumere una forma diretta e una indiretta.

Il bullismo diretto è caratterizzato da attacchi che implicano un confronto in “presenza”, diretto con la vittima e si distingue in bullismo fisico (colpi pugni, strattoni, calci, furto, danneggiamento di oggetti personali della vittima) e bullismo verbale (offese e minacce, soprannomi denigratori e preferirono).

Il bullismo indiretto è caratterizzato da attacchi che non implicano il confronto diretto con la vittima come l’esclusione intenzionale dai gruppi, la diffusione di pettegolezzi, maldicenze e calunnie.
Questo preoccupante fenomeno è basato sul pregiudizio e la discriminazione infatti è la diversità che fa scattare l’attacco su categorie deboli. Il bullismo è infatti un fenomeno d tipo omofobico in quanto legato a caratteristiche della vittima come il sesso, l’etnia, la nazionalità, la disabilità, l’aspetto fisico e l’orientamento sessuale.

Studi ed evidenze scientifiche nazionali e internazionali sottolineano come il bullismo non sia un fenomeno individuale che riguarda solo il bullo e la vittima ma un fenomeno  sociale, di gruppo, considerato che la maggior parte delle prepotenze avviene in classe o comunque in presenza di altri ragazzi che, in maniera più o meno attiva, possono favorire o ostacolare tali comportamenti.

Lo studio approfondito delle situazioni di bullismo e delle dinamiche che le caratterizzano ha consentito di identificare 6 ruoli principali:

  • bullo: chi prende attivamente l’iniziativa per compiere le prepotenze;
  • aiutante bullo o bullo gregario: chi compie atti di bullismo come seguace del bullo;
  • sostenitore del bullo: chi sostiene e rinforza il bullo ad esempio ridendo, incitando o anche solo fermandosi a guardare;
  • vittima: chi subisce gli atti di bullismo;
  • difensore della vittima: chi prende le difese della vittima;
  • esterno-spettatore passivo: chi sa e non fa nulla, non interviene cercando di tenersi fuori da ciò che sta accadendo.

Cyberbullismo

A differenza del bullismo, il cyberbullismo è un fenomeno più recente, noto da circa un decennio. La legge 29 maggio del 2017 n° 71 intitolata “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo“ all’articolo 1, comma II, definisce cos’è il cyberbullismo: “… si intende qualunque forma di pressione, aggressione molestia, ricatto, denigrazione, diffamazione, furto di  identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso o la loro messa in ridicolo.

Si tratta di comportamenti che rientrano in quelli del bullismo classico ma   sono agiti attraverso i mezzi mediatici.

Sintetizzando si potrebbe definire il cyberbullismo come atti di bullismo perpetrati da un individuo o da un gruppo di persone attraverso   i moderni mezzi di comunicazione  (social network, e-mail, messaggeria istantanea, blog, chat, siti web) nei confronti di una persona che non può difendersi.

Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. 

Il bullismo diventa quindi cyberbullismo e presenta diverse tipologie:

  • scritto-verbale: insulti tramite messaggi di testo, e-mail, pubblicati su siti social network o tramite telefono (telefonate mute);
  • visivo: diffusione di foto e video che ritraggono situazioni intime violente o spiacevoli tramite cellulare, siti web e social network;
  • esclusione: esclusione della comunicazione online e dei gruppi in personificazione. 

Il cyberbullismo presenta sia elementi di continuità rispetto al bullismo tradizionale sia elementi di novità che caratterizzano in maniera specifica il fenomeno, connessi alle modalità interattive mediate dalle nuove tecnologie. Gli elementi di novità sono: l’anonimato, la deresponsabilizzazione (disimpegno morale), il tempo e lo spazio illimitati, la facilità di accesso, il pubblico più vasto, la permanenza nel tempo e la rapida diffusione.

BullismoCyberbullismo
Sono coinvolti solo gli studenti della classe e/o dell’Istituto;Possono essere coinvolti ragazzi ed adulti di tutto il mondo;
generalmente solo chi ha un carattere forte, capace di imporre il proprio potere, può diventare un bullo;chiunque, anche chi è vittima nella vita reale, può diventare cyberbullo;
i bulli sono studenti, compagni di classe o di Istituto, conosciuti dalla vittima;i cyberbulli possono essere anonimi e sollecitare la partecipazione di altri “amici” anonimi, in modo che la persona non sappia con chi sta interagendo;
le azioni di bullismo vengono raccontate ad altri studenti della scuola in cui sono avvenute, sono circoscritte ad un determinato ambiente;il materiale utilizzato per azioni di cyberbullismo può essere diffuso in tutto il mondo;
le azioni di bullismo avvengono durante l’orario scolastico o nel tragitto casa-scuola, scuola-casa;le comunicazioni aggressive possono avvenire 24 ore su 24;
le dinamiche scolastiche o del gruppo classe limitano le azioni aggressive;i cyberbulli hanno ampia liberta nel poter fare online ciò che non potrebbero fare nella vita reale;
bisogno del bullo di dominare nelle relazioni interpersonali attraverso il contatto diretto con la vittima;percezione di invisibilità da parte del cyberbullo attraverso azioni che si celano dietro la tecnologia;
reazioni evidenti da parte della vittima e visibili nell’atto dell’azione di bullismo;assenza di reazioni visibili da parte della vittima che non consentono al cyberbullo di vedere gli effetti delle proprie azioni;
tendenza a sottrarsi da responsabilità portando su un piano scherzoso le azioni di violenza.sdoppiamento della personalità: le conseguenze delle proprie azioni vengono attribuite al “profilo utente” creato.