Generazione Z – Post Millennials
Nonostante la loro apertura mentale e la profonda consapevolezza sociale, i membri della Generazione Z sono noti per le sfide legate alla loro salute mentale.
Sono cresciuti in un’era dominata dalla tecnologia, con l’accesso costante a internet e ai social media, e la costante esposizione al mondo digitale ha portato ad un aumento dei casi di ansia, depressione e solitudine. Si aggiungono inoltre la pressione derivante dalla necessità di mantenere una presenza online perfetta e la necessità di confrontarsi continuamente con gli altri.
La società moderna spesso promuove standard di bellezza poco realistici e aspettative elevate per quanto riguarda il successo personale. Queste pressioni portano i ragazzi ad avere problemi di autostima, disturbi alimentari e ansia sociale, in un già particolare momento in cui i problemi di indipendenza, identità, sessualità e relazioni sono fortemente presenti. I disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, i disturbi del pensiero possono svilupparsi e manifestarsi per la prima volta proprio in questa fase della vita molto delicata. Il suicidio rimane la prima e principale causa di morte in questa fascia di età.
In poche parole, possiamo dire che la problematica più diffusa fra gli adolescenti è Il desiderio di sicurezza, soprattutto nei soggetti più fragili. Abraham Maslow l’ha posizionato al secondo grado della piramide dei bisogni, un modello elaborato nel 1954 che indica le necessità primordiali della specie umana e del suo sviluppo.
Ma come rispondo a questo bisogno gli adolescenti?
Purtroppo, la risposta non ci piacerà!
I dati rilevano che gli adolescenti fanno uso di sostanze e alcool, diventando un fenomeno preoccupante e in forte crescita sia a livello internazionale che nazionale nonostante la società e i media ritraggano il consumo di alcol come accettabile, alla moda o anche come un meccanismo sano per gestire stress, tristezza o problemi mentali.
Nella realtà l’utilizzo di alcool e sostanze interferisce con lo sviluppo cerebrale dell’adolescente poiché sono soggetti vulnerabili agli effetti provocati dall’uso regolare di alcol, cannabis (marijuana), nicotina o altre sostanze e corrono un rischio più alto di sviluppare conseguenze a lungo termine come disturbi mentali, scarsi risultati scolastici o dipendenza.
Per quanto riguarda uso dell’alcool secondo gli ultimi dati disponibili, diffusi nel rapporto 2023, circa 1 milione e 370 mila ragazzi di età compresa tra 11 e 25 anni ha bevuto alcolici secondo modalità a rischio per la salute nel 2021.
In questa fascia d’età, che include da adolescenti poco più che bambini a giovani adulti, il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine sono consumatori a rischio, “con frequenze in diminuzione, ma ben lontane per i minori dal valore atteso di zero”, rilevano gli esperti.
Per quanto riguarda le sostanze gli studi della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza riportano un dato allarmante: l’età media del consumo di sostanze si abbassa sempre di più, non sono più solo i teenager (15-19) a farne uso ma anche i più piccoli nella fascia 11-14 anni.
Nel 2018 sono stati 88.000 i ragazzi che almeno una volta hanno fatto uso di droga, sia di sostanze considerate “leggere”, come la cannabis, sia di droghe “pesanti” come cocaina o eroina.
Aumenta anche il numero di giovani poli assuntori che uniscono l’alcol e la droga, le benzodiazepine agli oppiacei a mix di altri psicofarmaci. Se già il consumo di droga porta a pesanti danni sull’organismo e sullo stato mentale dell’adolescente, la poli assunzione ha conseguenze ancora più gravi.
L’altro dato da tenere in considerazione sono le persone che chiedono aiuto rivolgendosi a strutture specializzate: su 300.000 persone che si recano in un centro di disintossicazione, il 10% ha meno di 25 anni.
L’accesso alle cure è piuttosto difficoltoso perché mancano strutture specializzate nella fascia adolescenziale, dove i giovani non sono più bambini e non sono ancora adulti.
Quindi la mancanza di attenzione, i problemi di memoria e le difficoltà di apprendimento che possono verificarsi durante gli studi sono dovute all’effetto dannoso dell’uso di sostanze sull’ippocampo, che ha il compito di decriptare le informazioni, memorizzarle e riportarle al momento necessario.
Non riuscire a comprendere esattamente le informazioni e non riuscire a ricordarle nella loro interezza porta ad un grave deficit nello sviluppo intellettuale del giovane.
Le difficoltà a rimanere concentrati e la perdita di memoria sono, per i genitori, un campanello di allarme da non sottovalutare.
Anche il cervelletto e i gangli della base possono essere danneggiati, portando a difficoltà di coordinazione motoria, mancato controllo dei movimenti, gesti improvvisi e involontari.
A questo proposito di suggeriamo la visione della serie tv EUPHORIA.
Euphoria è un teen drama creato da Sam Levinson per HBO con la produzione dal rapper Drake e del suo manager Future the Prince. La serie, adattamento dell’omonima versione israeliana, si apre con il ritorno a casa di Rue, dopo tre mesi trascorsi in riabilitazione. Avendo passato tutta la sua infanzia a combattere contro improvvisi attacchi di panico, un forte disturbo da deficit di attenzione e un probabile bipolarismo, Rue è convinta di non poter vivere senza droghe, nonostante sia miracolosamente sopravvissuta ad un’overdose. Ma non è l’unica a vivere nel costante rischio di morire: l’adolescenza è un periodo sfrenato, adrenalinico e inquieto anche per Nate, Cassie, McKay Maddy, Ethan e la nuova arrivata Jules, tutti alla continua ricerca di quella sensazione di euforia tanto difficile da provare a mente lucida. Accumulando segreti sempre più scabrosi, i protagonisti scoprono le conseguenze delle droghe, del sesso e della violenza, affrontando problemi di autostima, abusi fisici e psicologici, accettazione della propria identità e tradimenti.
Le peculiari caratteristiche che differenziano Euphoria dagli altri teen-drama sono la presenza di contenuti espliciti e la crudità di alcune scene relative a droga, rapporti sessuali e alcool. Questa curiosa scelta ci mostra la realtà senza filtri e ci fornisce intrattenimento e spunti di riflessione simultaneamente, abbattendo ogni sorta di stereotipo e tabù della nostra società.
La sociologia, la psicologia e in particolar modo la formazione dell’identità sono, quindi, temi fondamentali in Euphoria.